Ultimo appuntamento con il teatro di Manlio Santanelli, e la relativa rassegna “Beati i senza tetto…perché vedranno il cielo.” Da venerdi 7 al 16 aprile sarà in scena, infatti, uno spettacolo inedito in anteprima nazionale, che ha per titolo “Sei prime scene”.
Il lavoro del drammaturgo napoletano è un abbozzo di sei scene iniziali, di altrettanto sei spettacoli che non scriverà mai. Un apertura senza conclusioni, con personaggi che avranno un loro inizio, senza mai poter avere uno sviluppo e conseguente finale. Michele Del Grosso, che ne cura la regia ed è il promotore della rassegna del Teatro Instabile, ha voluto chiudere con questo spettacolo che gli da modo di leggere la pièce, in chiave multipla.
La sua sarà una lettura da più angolazioni, allacciandosi alla tipologia spettacolare che prevede in scena attori e musicisti. Ecco che lo spettacolo si trasforma in una jam session teatral-musicale, sulle note ripetitive, a volte ossessive, del Bolero di Ravel. In questo contesto, gli attori Antonella Monetti e Gianni Sallustro, reciteranno mescolandosi alla musica e ai colori emblematici di una scenografia tricolore, che sarà la definizione tematica della messa in scena di Del Grosso. I tre colori di una Italietta piccolo borghese, moralista e bigotta.
Alcuni dei personaggi del lavoro, saranno raccontati con la tecnica del fumetto, come una grafic novel, dove la triade colorimetrica, significherà anche quella teologale. Fede, speranza e carità, saranno le tre virtù, significate dai tre colori, nonché dal trio musicale che accompagna la messa in scena. Il trio, denominato proprio “Le tre virtù teologali”, è composto da Giovanni Palomba(clarinetto), Nicola Mustacciuolo (percussioni), e da Rosario Vitello (violino).
In un crescendo, intrinseco del brano, cresce anche la variazione sul tema musicale, nonché sul tema teatrale, attraverso le sei scene, che vengono proposte dal regista come una critica alla società bigotta e nazional popolare, in cui i tre colori sono lo status simbol di questo paese.
Spettacoli dal giovedì alla domenica, con orari alle 21.00 nei feriali e alle 18.00 nei festivi. Prezzi da 10 a 12 €
Il lavoro del drammaturgo napoletano è un abbozzo di sei scene iniziali, di altrettanto sei spettacoli che non scriverà mai. Un apertura senza conclusioni, con personaggi che avranno un loro inizio, senza mai poter avere uno sviluppo e conseguente finale. Michele Del Grosso, che ne cura la regia ed è il promotore della rassegna del Teatro Instabile, ha voluto chiudere con questo spettacolo che gli da modo di leggere la pièce, in chiave multipla.
La sua sarà una lettura da più angolazioni, allacciandosi alla tipologia spettacolare che prevede in scena attori e musicisti. Ecco che lo spettacolo si trasforma in una jam session teatral-musicale, sulle note ripetitive, a volte ossessive, del Bolero di Ravel. In questo contesto, gli attori Antonella Monetti e Gianni Sallustro, reciteranno mescolandosi alla musica e ai colori emblematici di una scenografia tricolore, che sarà la definizione tematica della messa in scena di Del Grosso. I tre colori di una Italietta piccolo borghese, moralista e bigotta.
Alcuni dei personaggi del lavoro, saranno raccontati con la tecnica del fumetto, come una grafic novel, dove la triade colorimetrica, significherà anche quella teologale. Fede, speranza e carità, saranno le tre virtù, significate dai tre colori, nonché dal trio musicale che accompagna la messa in scena. Il trio, denominato proprio “Le tre virtù teologali”, è composto da Giovanni Palomba(clarinetto), Nicola Mustacciuolo (percussioni), e da Rosario Vitello (violino).
In un crescendo, intrinseco del brano, cresce anche la variazione sul tema musicale, nonché sul tema teatrale, attraverso le sei scene, che vengono proposte dal regista come una critica alla società bigotta e nazional popolare, in cui i tre colori sono lo status simbol di questo paese.
Spettacoli dal giovedì alla domenica, con orari alle 21.00 nei feriali e alle 18.00 nei festivi. Prezzi da 10 a 12 €